Commentario abbreviato:Numeri 27:2215 Versetti 15-23 Gli spiriti invidiosi non amano i loro successori; ma Mosè non era uno di questi. Dovremmo preoccuparci, sia nelle nostre preghiere che nei nostri sforzi, per la generazione nascente, affinché la religione sia mantenuta e promossa, quando saremo nella tomba. Dio nomina un successore, addirittura Giosuè, che si era distinto per il suo coraggio nel combattere Amalek, per la sua umiltà nel servire Mosè e per la sua fede e sincerità nel testimoniare contro il rapporto delle spie malvagie. Dio nomina quest'uomo come successore di Mosè; un uomo in cui c'è lo Spirito, lo Spirito di grazia. È un uomo buono, che teme Dio, odia la cupidigia e agisce per principio. Ha lo spirito di governo; è adatto a svolgere il lavoro e ad assolvere i compiti del suo posto. Ha uno spirito di condotta e di coraggio; aveva anche lo Spirito di profezia. L'uomo che è privo delle grazie e dei doni dello Spirito Santo, a prescindere dalle capacità umane che può possedere, non è pienamente qualificato per qualsiasi servizio nella chiesa di Cristo. Nella successione di Giosuè ci viene ricordato che "la legge fu data da Mosè", che a causa della nostra trasgressione non poteva portarci in cielo; ma "la grazia e la verità vennero da Gesù Cristo", per la salvezza di ogni credente. Riferimenti incrociati:Numeri 27:2221 Gios 9:14; Giudic 1:1; 20:18,23,26-28; 1Sa 22:10; 23:9; 28:6; 30:7 Dimensione testo: |